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Sardegna e Corsica

Santa Teresa di Gallura e Lavezzi

A distanza su qualche anno siamo tornati in un posto meraviglioso: la Sardegna.
E anche questa volta, facendo sempre base a Santa Teresa di Gallura, abbiamo approfittato per andare in Corsica e per l'esattezza alla Secca delle Cernie a Lavezzi.

Molto affezionati, abbiamo scelto di appoggiarci ancora una volta agli amici Gian Maria e Valeria del Diving Mediterraneo di Santa Teresa di Gallura, i quali assieme a Giancarlo ci hanno condotto in una esperienza che diventa sempre unica.

Dopo una notte in traghetto, appena giunti a Santa Teresa e sistemati in hotel, siamo saliti sul comodissimo gommone e siamo partiti in direzione Corsica.
Le immersioni a Lavezzi erano previste per il giorno dopo, ma l'esperienza di Gian Maria ha salvato quella che sarebbe stata una immersione problematica causa mare un po' mosso, anticipandola di un giorno.

Arriviamo dunque sul punto di immersione: siamo a un miglio a est della splendida isola di Lavezzi (Corsica), nelle Bocche di Bonifacio (lo stretto di mare che separa la Sardegna dalla Corsica). Qui troviamo la Secca delle Cernie (anche denominata Città delle Cernie, dal francese Merouville).

In questa splendida area protetta denominata Parco Marino Internazionale delle Bocche di Bonifacio, situata nel punto di incontro tra il Parco nazionale dell’Arcipelago della Maddalena, la Riserva Naturale delle Bocche di Bonifacio, in mare aperto, troviamo una grossa popolazione di Cernie brune (Epinephelus guaza).
Una volta gettata l'ancora (a circa 24 metri di profondità) ci si cala in un mondo che ormai conosciamo ma che ci appare ancora più surreale del solito: ad aspettarci all'ancora ci sono diverse cernie dalle dimensioni considerevoli. Come già era accaduto in passato, anche questa volta dimostrano di non aver alcuna paura di essere avvicinate (anzi, si avvicinano loro a noi, curiose).

Questa "tranquillità" deriva da una abitudine storica: fino a qualche anno fa ricevevano cibo dai pescatori e quindi continuano ad essere in perenne attesa per un rapido e facile pasto. Fortunatamente il Parco francese “Arcipelago di Lavezzi” e il Parco Internazionale delle Bocche di Bonifacio hanno vietato di dare da mangiare alle cernie cercando così di ristabilire le naturali consuetudini alimentari predatorie di questi pesci.

Iniziamo la nostra immersione, dividendoci in due gruppi (gli Open Water Diver capitanati da Valeria e gli altri con brevetti sub superiori guidati da Gian Maria).
Ma in realtà le nostre guide sono state le cernie che ci hanno scortato per tutto il percorso, quasi a controllare che ci comportassimo bene in casa loro.

Finita l'immersione, ci spostiamo per l'intervallo di superficie per poi immergerci in un secondo sito chiamato "la Piramide".

Le immersioni nei giorni successivi sono state caratterizzate da sole e temperatura dell'acqua gradevolissima, sempre intervallate da soste con gli ottimi snack degli amici del Diving Mediterraneo, risate e qualche bagnetto per rinfrescarsi un po' dalla calura quasi estiva.

I fondali si alternano tra roccia e sabbia e durante tutte le immersioni, la biodiversità marina presente in quest'area si è fatta notare: posidonia, gorgonie rosse (Paramuricea clavata), margherite di mare (Parazoanthus axinellae), spugne a tubo di colore rosa (Haliclona mediterranea), rocce ricoperte di Parazoanthus, corallo rosso (Corallium rubrum), falso corallo nero (Savalia savaglia), una vegetazione tutta ferma lì per farsi riprendere con una certa vanità.
Anche la fauna è parecchio varia: cernie brune (Epinephelus guaza), castagnole, salpe, occhiate, murene, polpi, meduse, aragoste, gronghi, ricciole (Seriola dumerili), barracuda (Sphyraena sphyraena), boga (Bopsbop), menole (Spicaramaena), Corvine (Sciaena umbra), Dentici (Dentexdentex).

Una immersione particolarmente suggestiva (per appassionati e non) è stata indubbiamente quella sul Relitto Angelika, alla Secca della Marmorata.
La Secca della Marmorata si trova a poche miglia di distanza dalla costa di Santa Teresa di Gallura e qui, adagiato a 20 metri sul fondale troviamo il relitto dell’Angelika, un cargo battente bandiera Greca e lungo circa una settantina di metri.
Il relitto è diviso in due tronconi: quello di prua permette l’esplorazione del ponte di carico (in perfetto stato di conservazione) e alcuni locali di servizio, quello di poppa è adagiato su un fianco e ci consente di ammirare l’enorme motore, l'elica a tre pale e gli argani completamente intatti.

La visibilità è sempre stata buona e questo indubbiamente ha reso le immersioni ancora più gradevoli.

Le immersioni che abbiamo fatto non sono particolarmente complicate e sono quasi tutte accessibili ai possessori di brevetto sub Open Water Diver, ovviamente rispettando i limiti di profondità. Solo per alcune di quelle fatte è necessario un brevetto sub Advanced o superiore.

dettagli tecnici

Località immersione: Santa Teresa di Gallura e Lavezzi

CURIOSITA' SULLE CERNIE
Non tutti sanno che le cernie brune quando arrivano a circa 10 o 12 anni cambiano sesso da femmina a maschio (in biologia tale fenomeno viene chiamato ermafroditismo proterogino).

LA STORIA DEL RELITTO ANGELIKA DI SANTA TERESA DI GALLURA
L’Angelika, motonave cargo, venne costruita negli anni ‘60 (1967) da una società greca. Lunga 70 metri, venne pensata per il trasporto di merci nel Mediterraneo.
Il 26 Settembre 1982, mentre trasportava 4000 tonnellate di cloruro di potassio da Barcellona a Marghera, entrò in collisione con degli scogli affiorati dopo una mareggiata, nei pressi di Santa Teresa di Gallura.
Si pensò a un rapido recupero della nave per la riparazione, purtroppo anche i rimorchiatori fallirono nell’impresa.
Viste le molteplici difficoltà, le autorità, decisero di bonificare la motonave per procedere all’affondamento assistito.
Erano da poco terminate le attività di bonifica (rimozione carburante e altre materie inquinanti) quando a seguito di un’altra forte mareggiata la nave si spezzò definitivamente e andò incontro al proprio destino.

CURIOSITA' SUL RELITTO ANGELIKA DI SANTA TERESA DI GALLURA
I subacquei più attenti potranno trovare delle grosse cime.
Queste non fanno parte del relitto o delle operazioni di tentato recupero, bensì sono state lasciate da una troupe cinematografica che ha girato proprio in questo sito alcune scene di  naufragio ma sono i resti lasciati da una troupe cinematografica che ha girato qui alcune scene della trasmissione "Cacciatori di relitti".

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