Il Parco Archeologico sommerso di Baia è un'area marina protetta istituita nel 2002 e localizzata sulle coste della città metropolitana di Napoli, a nord del Golfo di Napoli. La zona è esattamente quella dei Campi Flegrei (dal greco “terra ardente”).
Rappresenta un esempio unico in ambito Mediterraneo di protezione archeologica e naturalistica subacquea.
All'interno del parco sommerso troviamo reperti archeologici unici, di valore storico archeologico oggettivo, in incredibile stato di conservazione e di straordinario valore.
Mosaici, tracce di affreschi, sculture, tracciati stradali e colonne, sono sommersi a circa 5/7 metri sotto il livello del mare tra anemoni stelle marine e branchi di castagnole. Non solo, la presenza di ecosistemi sommersi di straordinaria bellezza e pregio come il fondale a precoralligeno e comunità di fanerogame marine (più che altro Posidonia oceanica e Cymodocea nodosa) fanno di tale sito un luogo di valore naturalistico decisamente rilevante. L'immersione dunque proietta il subacqueo in un mondo fantastico è straordinariamente suggestivo, e fa di questo tratto dei fondali una piccola Atlantide romana divertente e affascinante da visitare.
In data 10/07/2020 viene inaugurato e aperto al pubblico un nuovo mosaico policromo recentemente rinvenuto.
Le immersioni sono consentite esclusivamente attraverso i diving del luogo; sono 5 le boe che segnalano i siti di immersione e, dopo il pagamento di una piccola quanto giusta tassa a persona, si possono iniziare le immersioni con un tempo di sosta limitato per ciascuna boa, consentendo una rotazione di persone e gommoni.
L'immersione di per sé risulta semplice; serve tuttavia una certa esperienza in quanto la bassa profondità può creare ai meno esperti problemi di assetto. E' consentita dunque ai possessori di brevetto di abilitazione alle immersioni con autorespiratore di primo grado o brevetto superiore o agli apneisti. E' importante la pinneggiata a rana, al fine di non muovere sedimenti che potrebbero disturbare l'immesione dei compagni che seguono.
Solitamente la visibilità è buona (salvo in condizioni di cattivo tempo o mareggiate). In condizioni di visibilità ottimali è sufficiente anche una maschera dalla superficie, ma certamente trovarsi vicino a tali gioielli, immaginare e sognare un gran bel tuffo indietro nel tempo, è tutt'altra cosa.
Località immersione: | Parco regionale dei Campi Flegrei, Golfo di Pozzuoli (Italia) |
Attrattività immersione: | Mosaici, tracce di affreschi, sculture, tracciati stradali e colonne |
Dimensione attrazione: | 177 ettari |
Difficoltà attrazione: | Facile |
Profondita minima immersione: | 5 metri |
Profondita massima immersione: | 7 metri |
Ambiente immersione: | Fondale: roccia Flora: posidonia, corallo, spugne Fauna: pesci stanziali e pelagici, sparidi, orate, cernie, murene, scorfani, stelle marine, castagnole |
Visibilità immersione (consueta): | Buona |
Corrente in immersione (consueta): | Assente |
Profilo d'immersione: | Quadra |
Temperatura minima: | 13 gradi (da gennaio a marzo) |
Temperatura massima: | 25 gradi (da luglio a settembre) |
Distanza dalla costa: | minima |
Tempi di navigazione: | minima |
LA STORIA
Intorno al primo secolo a.C. l'intera zona costiera a nord di Napoli era una fiorentissima stazione climatica, con la presenza del Pausilypon (una villa imperiale costruita da Publio Vedio Pollione e che dette il nome al Promontorio di Posillipo).
Nel 15 a.C., l'erede Augusto ingrandì e abbellì la villa come proprietà imperiale (tale luogo pare abbia visto il tragico concludersi della congiura contro l'imperatore Nerone).
Il fenomeno vulcanico del bradisismo (bradisismo positivo, nel caso di innalzamento del livello del suolo, bradisismo negativo, in caso di abbassamento), rapido rispetto ai tempi geologici (lentissimo rispetto ai tempi umani) ha causato negli ultimi 2000 anni l'inabissamento della linea di costa romana di circa 6/8 metri.
Fra le strutture e gli elementi di maggior valore artistico attualmente inabissati ma rivenuti troviamo il ninfeo di Punta Epitaffio, triclinium con funzione di sala per banchetti che risale all'epoca dell'imperatore Claudio; le statue originali sono state trasferite all'interno del Museo archeologico dei Campi Flegrei (sul promontorio poco distante) dove troviamo una fedele ricostruzione dell'ambiente.
Inoltre si trovano sommersi su tale costa i resti dei porti commerciali di Baia (Lacus Baianus) ed il Portus Julius. Più a nord aveva sede il porto di Capo Miseno sede storica della flotta imperiale romana.
Lo straordinario stato di conservazione di questi reperti archeologici, la facilità di accesso, la particolarità degli elementi e resti, pongono quest'area su un piano di incredibile valore artistico, archeologico e subacqueo.
I primissimi ritrovamenti dei reperti archeologici risalgono agli anni '20, in occasione dell'ampliamento della banchina del porto.
Negli anni '40, grazie a foto aeree venne individuata l'area archeologica del Portus Julius. Ma dobbiamo attendere gli anni '60 perché venisse avviata una campagna organizzata e sistematica di rilevamento archeologico subacqueo. Durante gli anni '70, a seguito di una forte mareggiata, riaffiorarono due sculture di grande pregio: Ulisse e un compagno con un'otre. Le ricerche condussero alla scoperta di una strada basolata costeggiata da edifici (con accesso dalla strada appunto), fino alla scoperta negli anni '80 del ninfeo dell'imperatore Claudio. A seguire furono scoperti i resti del quartiere marittimo della villa dei Pisoni (consoli romani appartenenti alla “gens Calpurnia” proprietari appunto di una villa con ingresso a protiro e splendide decorazioni pavimentali, prospiciente un tratto di strada, affiancato a tabernae, resti di peschiere e moli) per arrivare infine all'individuazione di alcuni piloni in calcestruzzo (le Pilae) a 400 metri dalla costa, piloni che aiutarono poi all'individuazione dell'antica linea di costa.
A fine anni '90 fu redatta la prima edizione di una carta archeologica di Baia sommersa, con la segnalazione degli edifici individuati ed emergenti dal fondale.
Nel 1987 fu posto vincolo archeologico di 500 metri dell'intero specchio dell'area dei Campi Flegrei con tassativo divieto di alterare in alcun modo lo stato del sito. Negli anni '90 viene vietato il transito delle motonavi commerciali e solamente nel 1999 viene realizzato il primo percorso di visita per appassionati di subacquea.
Nel 2000, i danni causati dall'incagliamento nel fondale di un traghetto conduce la soprintendenza a sospendere definitivamente qualsiasi attività commerciale del porto e nel 2002 viene ufficialmente istituito il Parco archeologico sommerso di Baia, un'area marina protetta di estremo valore artistico.
Scoperte, ricerche e tutele avanzate con la tipica lentezza dello Stato italiano, ma alla fine l'area è stata messa in completa protezione.
Luca
Oddio che meraviglia, ma organizzerete di nuovo?Sharkino
Ciao Luca, periodicamente organizziamo delle uscite. Questa in particolare sarà sicuramente ripetuta (appena il momento lo consentirà!). Ti terremo aggiornato! Seguici comunque sul sito e sui social. E grazie!